Progetti / Claudio Mecozzi
LO SPAZIO LITURGICO NEL SANTUARIO DI S. GIUSEPPE DA COPERTINO AD OSIMO
Località
Osimo
Anno
2024
Condizioni
Ricerca/Tesi
Tipologia
Edifici pubblici
Struttura prevalente
Cemento armato
di Claudio Mecozzi - Le spoglie di S. Giuseppe da Copertino adagiate in una teca sollevata in alto da due angeli occupano il luogo dietro l'altare destinato tradizionalmente alla pala; anzichè un dipinto vi è il vero corpo del Santo. Un immagine che allude alle note levitazioni del Santo Patrono delle città di Osimo e di Copertino. Una composizione che si connota per la felice soluzione dello spazio liturgico, in grado di affrontare la questione imprescindibile del centro.
Centralità del tabernacolo in primo piano e centralità della teca contenente il Corpo del Santo in secondo piano, entrambi gerarchicamente ordinati nello spazio liturgico della cripta. Quest'ultima è in corrispondenza dell'altare principale, nella navata centrale della chiesa. Uno schema architettonico teologicamente e liturgicamente corretto, e dunque applicabile anche per le spoglie di altri Santi ancorchè non dotati del carisma della levitazione come S. Giuseppe da Copertino. Ogni Santo è levitato in Cielo. Questa moderna cripta è stata realizzata nel 1963 nella Basilica dedicata al Santo, in Osimo. Allo stato non trovo il nome dell'autore al quale vanno tutti i miei omaggi.
E' altrettanto corretto inserire la teca del Santo al dì sotto dell'altare,in definitiva la teca diventa l'altare. Tale soluzione tuttavia ha il limite di ridurre la visibilità del Santo, posto eccessivamente in secondo piano. Infatti non è adatta per una chiesa-Santuario dove dovrebbe esser ricercata adeguata visibilità e particolare esaltazione della teca contenente il Corpo del Santo.
L'esempio della cripta in questione ci mostra la possibilità di "toccare con gli occhi " immediatamente ed in tutta la sua interezza il Corpo del Santo posto in posizione centrale ancorchè subordinata a quella dell'altare-tabernacolo. In tal modo l'esigenza della visibilità liturgico-pastorale è pienamente soddisfatta, consentendo anche di stemperare il bisogno di toccare con mano la teca, non solo perchè dissuasi dalla posizione elevata.
L'alternativa alla cripta è quella di inserire la teca nello spazio liturgico dell'altare principale,nella navata centrale. Quì la teca può esser innalzata tra l'altare stesso e la pala, se c'è.
Cappelle secondarie laterali in tutta evidenza non fanno che sminuire il valore del Santo e con esso del Santuario il quale oltretutto spesso costituisce il primo dei connotati della città, come nel caso del Santuario del Beato Antonio da Amandola (FM) e del Santuario di S. Giacomo della Marca a Monteprandone (AP).
In un altra occasione parlerò dell'altare.
Integrazione della teca del Santo con l'altare-tabernacolo
Vista frontale del presbiterio
Altri progetti di Claudio Mecozzi