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PONTE DEL QUINTO ELEMENTO

Località La Manica
Anno 2018
Condizioni Tavole di concorso
Tipologia Urbanistica e ambiente
Struttura prevalente Altro
PONTE DEL QUINTO ELEMENTO Il DiPArC Dipartimento di Architettura Creativa della Cavallerizza Reale presenta in occasione del festival delle arti HERE 2018 il Ponte del Quinto Elemento. Un ponte che unisca Francia e Inghilterra nel momento in cui il Regno Unito si appresta ad uscire dall’Unione Europea. La nuova infrastruttura non è solo una connessione fisica ma funziona come punto in cui due nazioni e con queste l’intera Europa e la Gran Bretagna, annullano le distanze politiche e culturali a favore di un matrimonio indissolubile basato sulla sfida comune di salvare la Terra da un imminente catastrofe naturale. È ormai evidente che l’inquinamento dei mari stia distruggendo la flora e la fauna degli oceani. Più dell’80% dei rifiuti che vengono rigettati nelle acque intercontinentali sono costituiti dalla plastica. Plastica prodotta a milioni di tonnellate annue che sta invadendo il mondo. Si parla di immense isole di immondizia che vanno alla deriva nelle correnti distruggendo l’ambiente marino fino a rendere discariche anche le spiagge. Muoiono i pesci, gli uccelli, i coralli e la speranza che l’equilibrio terreste possa reggere se questo processo non viene invertito drasticamente e nell’immediato. Il Primo Ministro del Regno Unito, Theresa May, ha da poco lanciato una sfida contro l’utilizzo della plastica promettendo di abolire almeno l’impiego di quella “non necessaria” entro il 2042. L’appello non può rimanere inascoltato e i paesi dell’Unione Europea devono agire di conseguenza ma più in fretta. La Francia ha la possibilità di stringersi con il Regno Unito grazie ad un ponte che oltre ad unire le nazioni attraverso una rete di strade che si estendono lungo i 35 km della Manica, sia anche un centro di ricerca e riciclaggio della plastica raccolta nel mare e di depurazione delle acque reflue. Nuovi impianti altamente tecnologizzati che perseguendo il fine di ripulire completamente gli oceani dalla plastica offriranno nuovi insediamenti scevri da politiche precostituite perchè saranno nuove terre da inventare da zero. Il Ponte del Quinto Elemento sarà costituito da strade sorrette da grandi piloni galleggianti di plastica raccolta e protetta da speciali membrane che impediranno ai rifiuti di contaminare l’ambiente circostante che invece, sarà iper controllato. Sugli alti piloni (grandi sfere galleggianti) saranno realizzati edifici circolari che ospiteranno centri di ricerca, riciclaggio e produzione a partire dalla plastica riciclata ottenuta dal processo. Saranno poi convogliate negli impianti le acque reflue dal continente che depurate produrranno oltre che energia e acqua pulita, anche terra capace di costituire nuove isole intorno ai piloni che nel lungo periodo si trasformeranno da “boe” galleggianti a strutture fondate su terraferma che potrà essere edificata. Sarà così prodotta energia sfruttando il moto ondoso grazie a speciali strutture che si opporranno all’oscillamento causato dalle correnti marine, mantenendo ferme le strade e gli edifici galleggianti. Il ponte sarà veicolare ma anche ciclabile e pedonale e ogni pilone ospiterà un centro vivace sia a livello abitativo che produttivo e commerciale con servizi adeguati quali parcheggi, collegamenti ai mezzi pubblici e aree verdi. Un giorno non troppo lontano la plastica dai mari sarà raccolta completamente e interamente trasformata. Le strutture atte a contenerla saranno liberate lasciando dei vuoti che verranno occupati da nuove costruzioni e la sfida più grande che il nostro pianeta deve affrontare sarà diventata l’occasione per creare nuovi mondi la cui unica politica è l’abitare sostenibile.
Ponte del Quinto Elemento