IN OGNI GIORNO DI PIOGGIA Il 14 agosto era un giorno di pioggia e sono morte quarantatré persone. Questa tragedia ha cancellato l’illusione del concetto di progresso che mentre si va alla deriva, ancora qualcuno utilizza per addolcire la morte del nostro pianeta con dosi intollerabili di arroganza e bugie. Entro cinquant’anni il sistema ambientale collasserà. Allora non sarà il drammatico strappo di vite innocenti dai loro affetti, non sarà una lacerazione di una città, non sarà il lutto nazionale a far morire dentro di noi la speranza di modernità: sarà la fine del nostro esistere sulla Terra, essere parte di questa; sarà la sconfitta dell’abitare che da atto culturale è diventato azione terroristica nei confronti della Natura. Il ponte Morandi non va solo ricostruito. Non importa se sarà sostituito con uno più resistente. La ricostruzione del viadotto sul Polcevera deve essere un’occasione per ripensare il nostro rapporto con l’ambiente. Subito. In ogni giorno di pioggia è una proposta per trasformare il territorio, non per assoggettarlo ma per restituirlo alla Natura. Il ponte Morandi verrà incorporato in una struttura alta 90 m (altezza dei piloni) che collegherà le montagne diventando un valico per ricucire il sistema faunistico dell’area ora interessata da una forte urbanizzazione e da distretti industriali lungo tutta l’estensione della valle. Tali attività produttive verranno ospitate all’interno del nuovo canyon che in superficie sarà verde e sarà lambito dal torrente Polcevera. In corrispondenza della voragine dovuta al crollo del 14 agosto ci sarà una cascata ai pedi della quale si aprirà una grande palude formata dalla foce del Polcevera che interesserà l’intera porzione meridionale della valle. Anche le infrastrutture come le industrie saranno interrate eliminando l’apporto di CO2 nell’aria attraverso adeguati impianti di depurazione dell’aria. La valle del Polcevera in ogni giorno di pioggia si vivificherà.