Autore del progetto
Progetti / Preve Preve

PURA CAVALLERIZZA REALE

Località Torino
Anno 2020
Condizioni Ricerca/Tesi
Tipologia Recupero, restauro e ristrutturazione
Struttura prevalente Altro
14.04.2020 PURA Piano Unitario di Riqualificazione Alternativo Il Pura è stato coordinato dal DiPArC Dipartimento di Architettura Creativa, laboratorio aperto che si è costituito nel 2018 durante Here 3 per proporre progetti tra arte e architettura sensibili alle tematiche ambientali e sociali più problematiche nell’attualità e promuovere uno sviluppo sostenibile della società. Il PURA, percorso di progettazione partecipata finalizzato all’elaborazione di una proposta urbanistica/architettonica per Cavallerizza Reale, nasce a dicembre 2019 e viene proposto all’Assessore all’Urbanistica A. Iaria il 23.12.2020, il quale nella medesima occasione rivela alla delegazione del Comitato di scopo Cavallerizza 14:45 l’imminente approvazione di una delibera comunale (approvata poi il 31.12.2019) che prevede la destinazione a polo culturale dell’intero complesso e la possibilità di avviare un processo partecipato di tipo bottom-up per la definizione di convenzioni valide per tutti i soggetti coinvolti nel compendio che sanciscano degli usi collettivi (anche temporanei) su tutta la Cavallerizza, anche nelle parti private. Il PURA viene presentato pubblicamente la prima volta il 29.12.2019 al MACRO di Roma e poi a Torino, nell’Aula Magna dell’Università in via Verdi, il 12.01.2020 in occasione della prima assemblea dell’anno. In quella occasione il DiPArC invita la cittadinanza a partecipare al percorso di progettazione che si è articolato in incontri settimanali fino all’interruzione forzata dal Covid19. La scaletta proposta può essere sintetizzata secondo i seguenti punti: - Cavallerizza cittadella nella città: l’occupazione ha sperimentato per 5 anni l’utopia di un luogo irreale ispirato all’Arte di e per tutte e tutti. Volontà di rispettare gli usi collettivi già messi in atto e che si è dimostrato funzionare. - Rispetto alla vetrina del centro città, Cavallerizza rivendica la sua autenticità ottenuta grazie alla conservazione puntuale degli edifici, alla cura quotidiana contro il degrado, la cura della persona attraverso pratiche di assistenza volontaria e reciproca, all’autonomia da dinamiche speculative e alla ricerca artistica indipendente che ha reso il complesso un polo culturale gestito in libertà e aperto a tutte e tutti come un Patrimonio dell’Umanità chiede di essere. Cavallerizza Reale al centro della città ma anche del quartiere: il “recupero” alimentare, il passeggio dei cani nel giardino, autoproduzione, mercato, le attrazioni artistiche, open-day, lezioni aperte, laboratori inclusivi, l’”up-to-you”, etc. - Collegamenti: abbattimento dei muri o Cavallerizza al Palazzo Reale: oltre al piano terreno permeabile e integralmente percorribile, anche attraverso nuovi percorsi su tutti i livelli si possono raggiungere i Musei Reali appartenenti allo stesso “teatro sabaudo” della Cavallerizza Reale. o La Rotonda come Agorà, snodo dei flussi attraverso il compendio (ipotizzando anche uno sviluppo della struttura in altezza come già aveva previsto B. Alfieri) che dovrà essere completamente permeabile, dal Teatro Regio a via Rossini, da via Verdi al giardino. o Giardino Bene Comune o Cortili: “piazza riposo dell’occhio non vuoto da riempire”. o Abbattimento dei dislivelli: fisici e immateriali. - Realizzazione del modello di autofinanziamento sperimentato con l’occupazione e rispetto della Carta dei Valori della comunità artistica di riferimento (non violenza, anti razzismo, anti sessismo, solidarietà, etc.). I valori sperimentati in Cavallerizza sono valori applicabili universalmente (es. soddisfacimento del diritto fondamentale dello sviluppo della persona attraverso la responsabilità collettiva). La Cavallerizza è da riconsegnare alla cittadinanza e va riportata ad un nuovo splendore come faro per le nuove generazioni. - I Beni Comuni in Cavallerizza sono già stati messi in atto: è necessario proseguire con la gestione da parte della cittadinanza del patrimonio e con la scrittura delle norme. - Restauro del complesso monumentale. La messa in sicurezza degli edifici non deve intaccare l’affascinante velo che anni di controstoria hanno depositato sul complesso dove si è fermato il tempo: tutto deve essere conservato così come è attraverso la pratica della manutenzione. Ma quando si interviene si fa con responsabilità e forza. - È necessario uno studio capillare delle strutture (non solo statico ma dimensionale es. praticabilità scale) e l’individuazione di percorsi che colleghino l’intero complesso favorendo interventi minimi, integrati e l’abbattimento delle barriere architettoniche. - Rapporto tra nuovo e antico: il contemporaneo è un’integrazione che anima il passato e deve essere dichiarato esplicitamente laddove sia necessario intervenire sulla preesistenza. Si fa riferimento al Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli restaurato dall’arch. A. Bruno o all’opera d’arte contemporanea “Baci Urbani” dell’arch. C. Levi meglio conosciuta come il piercing in via Palazzo di Città. Necessità di superare i vincoli della Sovrintendenza incoraggiando in Cavallerizza Reale interventi artistico architettonici d’autore: Cavallerizza è un centro d’arte sia a est con la comunità artistica di riferimento, sia a ovest occupata da Paratissima. Il contemporaneo non si confonde con l’esistente. - Possibilità di formare squadre di maestranze che in Cavallerizza possano acquisire una formazione certificata e nell’imparar-facendo offrano un servizio volontario al recupero del complesso. - Fasi di intervento: no alle unità minime di intervento del PUR (lottizzazione) ma interventi unitari con precedenza alla messa in sicurezza dell’involucro che da subito sia fruibile almeno esternamente dalla cittadinanza in tutta la sua interezza. Cavallerizza è un monumento, è museo a cielo aperto. Durante il percorso PURA abbiamo raccolto diversi contributi, dalla rassegna delle città dell’Utopia del Prof. arch. G. Montanari, alle ipotesi di stabilire connessioni tra la via Francigena e la ciclofficina, al “progetto comunitario polivalente” dei giardini fino all’idea di guardie museali a presidio della cittadella Cavallerizza. Progetti consultabili alla pagina facebook PURA Cavallerizza Reale. Relazione del progetto di massima PURA Il PURA tiene in considerazione le indicazioni del PUR e anche quelle pervenute dal dossier Polo per la Cultura presentato alla Città dai manifestatori d’interesse quali Unito, Conservatorio, Accademia, Compagnia di San Paolo, etc. Il PUR è il Piano di Riqualificazione Unitario a firma dell’arch. A. Magnaghi che sancisce le proprietà su Cavallerizza e le destinazioni d’uso oltre ai percorsi e le unità minime d’intervento (tempi e lottizzazione). Il PUR non restituisce unitarietà al complesso anzi lo spezzetta seguendo logiche privatistiche e non garantisce la continuità dei percorsi né prevede usi collettivi (i muri non sono solo metaforici ma vere ostruzioni che impedirebbero di applicare le convenzioni della delibera: es. se per convenzione si concordasse che il festival delle arti Here, alla quarta edizione in Cavallerizza, si potesse svolgere su tutto il complesso per 4 settimane a maggio di ogni anno, l’attuale conformazione architettonica proposta dal PUR renderebbe impraticabile che il flusso di visitatori si snodasse continuativamente su tutto il complesso. È indispensabile un disegno planimetrico di base tale che gli usi collettivi possano essere effettivamente applicati e non parzialmente e senza continuità. Obbiettivo principale del PURA è restituire un disegno integrato e unitarietà fisica al complesso nella sua interezza a tutti i livelli. Il PURA accoglie le destinazioni d’uso proposte dal dossier Polo per la Cultura in quanto sono mosse nell’ottica di fare della Cavallerizza una cittadella dell’arte e della cultura. La differenza sostanziale (oltre a prevedere che le attività annesse alla didattica Unito siano collocate nell’edificio di via Verdi prospicente l’Aula Magna, occupato ora dalla Polizia invece che nella manica tra via Verdi e il cortile dell’Orologio come prevede il dossier, dove invece il PURA prevede residenze a canone agevolato: l’abitazione contribuirebbe ad arricchire il tessuto eterogeneo della cittadella) tra il PURA e i documenti sopra citati è che l’Assemblea 14:45 pretende che Cavallerizza Reale sia un centro culturale inclusivo e quindi aperto a tutte e tutti, non solo a privati o a chi può pagare un affitto o le tasse universitarie: Patrimonio dell’Umanità per noi ha un valore. Il PURA poi prende in considerazione la Delibera Comunale dell’Assessorato all’Urbanistica del 31 dicembre 2019 in cui si apre la possibilità di un dialogo aperto tra i manifestatori d’interesse sulla Cavallerizza in senso ampio: proprietà, Comune e cittadinanza/Assemblea devono sedersi allo stesso tavolo e trovare la soluzione per fare del Bene UNESCO un polo culturale a forte carattere pubblico anche grazie all’attuazione del regolamento dei Beni Comuni. Il PURA vuole una Cavallerizza unita tutta liberamente percorribile. Le destinazioni d’uso proposte sono: - Terziario/Beni Comuni: tutte quelle attività culturali gestite direttamente dalla cittadinanza. - Polo delle arti: attività legate al Conservatorio, Accademia Albertina, Teatro Regio, etc. - Terziario - Residenze - Ricettivo/turistico: sono previste anche stanze singole per residenze temporanee. - Uffici direzionali: funzioni comunque orientate alla cultura. - Casa/bottega/laboratorio/esposizione: unità abitative nonché spazi di lavoro dove l’artista artigiano crea, espone e esercita attività commerciale. - Università di Torino: aule, uffici, residenze ma anche servizi alla cittadinanza (il PURA prevede un museo delle culture umanistiche in cui le tracce dimenticate dalla Storia (oggetti di uso comune ma anche opere di artisti dimenticati) vengono rivalutate attraverso lo studio degli studenti stessi, recuperate, riportate alla luce della contemporaneità e eventualmente trasformate dall’artista. Immaginiamo spazi scanditi da aule, laboratori di ricerca e percorsi espositivi che arricchiscono la conoscenza nel momento in cui vengono riscoperti tale oggetti e prevedendo uno scambio di competenze da parte degli studenti, dei docenti e dagli stessi cittadini che forniranno materiale e preziose competenze a loro volta a favore della rivalutazione della storia di tutte e tutti). - Residenza artistica: come ai tempi dell’occupazione si prevedono residenze temporanee per artisti anche internazionali che contribuiscono all’economia del complesso e usufruiscono dei servizi offerti da Cavallerizza (teatro, spazi, contatti, competenze, sale espositive) creando rapporti virtuosi di arricchimento reciproco. - Residenza sociale: una volta “casa Rider” riproponiamo uno spazio di aggregazione tale da favorire il dibattito politico e la mutua assistenza sociale. Viste Patrimonio dell’Umanità: Appartiene a tutte e tutti il ricchissimo patrimonio di esperienze visive (architettura e paesaggio ma anche lo spettacolo della polvere che passa attraverso la luce tra ombra e ombra), uditive (l’eco che raggiunge i piani dalla città intorno che sembra lontana e vicinissima insieme), olfattivo (l’autentico profuma) e tattile (le correnti d’aria accarezzano) di Cavallerizza Reale. In blu tutti gli spazi da destinare a Bene Comune. Il giardino sarà gestito direttamente dalla cittadinanza come anche il Maneggio (teatro e spazio polifunzionale), la galleria (ex scuderia) che congiunge via Verdi al Giardino, la Rotonda, così come tutti gli spazi al piano terreno del cortile dell’Orologio (Salone delle Guardie in gestione alla comunità artistica di riferimento come da Verbale d’Intesa), la ciclofficina, etc. Spazi questi già di proprietà della Città o concessi al Comune di Torino da PUR. Il PURA richiede che sia annesso al sistema pubblico anche il salone voltato della cappella castellamontiana al piano terreno nella parte ovest del complesso. Questo provvedimento permetterebbe di dar vita ad un “corpo a croce” al centro del complesso che restituisce immediatamente unitarietà al disegno generale. Le Pagliere (edifici paralleli alla fortificazione verso c.so Regina Margherita) sono destinate alle case/bottega. Si sono individuate diverse unità in cui è possibile grazie ai requisiti dimensionali, la realizzazione di soppalchi a favorire la convivenza di funzioni abitative e usi lavorativi ed espositivi. La vietta Roma tra i corpi delle Pagliere non verrà coperta ma rimarrà un pertugio autentico dove il visitatore potrà fare esperienza del lavoro degli artisti artigiani. In testa alle Pagliere verso via Rossini vengono individuati 2 locali collegati ai piani superiori da una grande scala prevista in un atrio aperto sulla via Rossini dedicate alla Didattica 0-18, aule, uffici e laboratori per i giovani. L’atrio a piano terreno può avere anche valenza di punto di accoglienza e informazione a servizio della parte orientale del complesso (via Rossini e giardino). In giallo gli spazi soggetti per convenzione ad usi collettivi. Il piano terreno della manica Mosca, destinato da PUR ad uffici direzionali prevediamo invece siano assegnati ad uso terziario: attività a servizio dello spettacolo come attualmente sono il teatro nella manica corta, le sale danza, i camerini, etc., della condivisione dell’arte e per il benessere (yoga, meditazione, etc.) e a favore di eventi in genere (manica lunga). Funzioni a servizio del Maneggio, grande spazio polifunzionale che in certe occasioni potrebbe attivare relazioni pubbliche con il piano terreno della manica Mosca. Inoltre il cortile attiguo deve essere reso fruibile alla cittadinanza anche occasionalmente. Si ricorda che dalla Rotonda è consentito raggiungere tutti i cortili. In giallo al piano terreno anche l’Aula Magna: oggi l’edificio appare tanto esteticamente quanto funzionalmente totalmente disgiunto dal resto del complesso. Si richiede che il livello 0 dell’auditorium sia attraversabile (con eventuale accesso ad aule annesse) fino agli spazi esterni a ridosso del fabbricato che si ricollegano al cortile dell’edificio attualmente occupato dalla Polizia in modo da creare una rete libera di attraversamenti su tutto l’isolato. Giallo anche ogni spazio utile alla connessione e di alto valore architettonico (sistemi voltati) nell’ala verso piazzetta Mollino ad ovest con destinazione turistico/ricettiva. Il PURA fornisce un’ipotesi progettuale per risolvere la definizione del perimetro di Cavallerizza Reale in prossimità del Teatro Regio. Come concesso da Delibera Comunale si propone di realizzare un volume di circa 200 mq con h. 4.20 m (permessi 500 mq con h. max 5 m) attestato alla manica prospiciente piazzetta Mollino ma con un cortile/filtro che separi il nuovo intervento dalla facciata cieca preesistente su cui si propone di proiettare filmati dalla copertura praticabile del nuovo corpo. Il nuovo edificio potrebbe ospitare una caffetteria, una libreria e un punto informativo per la parte occidentale del complesso. Le scelte architettoniche per il nuovo corpo dovrebbero rispettare la preesistenza es. avere un’altezza tale da non ostruire la visuale verso gli elementi decorativi del basso fabbricato esistente all’interno del cortile retrostante oppure i nuovi parapetti della copertura riprendere le strutture in ferro tipiche dell’architettura del complesso che garantirebbero anche l’adeguata trasparenza. Per concludere il disegno unitario del perimetro si suggerisce la realizzazione di un anfiteatro (teatro e cinema all’aperto con proiezioni sulla facciata cieca della manica su via Verdi) a gradonate che accolgano spettacoli organizzati dal Teatro Regio ma favorisca anche le esecuzioni degli street artist che attualmente prediligono questi luoghi per allenarsi. Inoltre il nuovo elemento urbano sarebbe un ulteriore punto di aggregazione sempre aperto come già lo è l’opera d’arte urbana “Not Here” di Mauro Cuppone, soprannominata la X di via Verdi 9. Al piano ammezzato un sistema di soppalchi nel Salone delle Guardie gestiti dalla comunità di riferimento come uffici e guardiania. In prossimità della scala a tenaglia all’ammezzato esiste un appartamento articolato in due locali, un ripostiglio e un corridoio distributivo connesso alla scala. Fino ad oggi è stato abitato dal grande artista outsider C.C., pittore la cui sensibilità e poetica riecheggia ben oltre le strade di Torino. L’amorevolezza con cui la comunità artistica si è presa cura di questa anima fragile e potentissima insieme è una dimostrazione evidente di come Cavallerizza abbia funzionato non solo come centro artistico indipendente ma anche come punto di riferimento culturale capace di raccogliere le diversità e mettere sullo stesso piano la dignità personale di tutte e tutti a prescindere dall’opinione spesso escludente quale è quella comune. C. è un Maestro e ha restituito agli abitanti di Cavallerizza ed ai visitatori tutto il bene ricevuto sotto forma di ispirazione alta e stimolo filosofico incessante oltre ad essere un esempio per tutte e tutti di libertà e anticonformismo. C. ha una collezione di opere infinita. Il PURA propone che il suo alloggio sia mantenuto tale e quale e inserito negli spazi gestiti dai beni comuni. Un ascensore che prevediamo si attesti a ridosso della scala a tenaglia al piano terreno, può prevedere uno sbarco all’interno dell’appartamento (nel ripostiglio) e condurre così il visitatore all’interno dello spazio Cavallo (laboratorio ed esposizione). Un servoscala permetterebbe da qui ai portatori di disabilità di raggiungere l’atrio del primo piano nei periodi in cui si sceglie di rendere accessibile la scala simbolo della Cavallerizza e da cui si possono ammirare due delle tante V.P.U. inalienabili. L’ascensore permette inoltre di raggiungere il secondo piano destinato ad uffici direzionali e potenzialmente collegabile al sottotetto del Maneggio. Il PURA propone il recupero del sottotetto del Maneggio riducendo la superficie calpestabile in modo tale da garantire le altezze minime e prevedendo di soddisfare il rispetto della superficie aeroilluminante minima grazie all’apertura di superfici finestrate nella parte verticale della sezione trasversale della copertura. Il nuovo spazio aperto al pubblico permetterebbe oltre a rendere accessibile un patrimonio strutturale prezioso quale quello delle capriate lignee e di godere della suggestiva V.P.U. verso la collina, funzionerebbe anche come collegamento in altezza sull’asse est – ovest del complesso. Si suggerisce infatti di garantire la continuità dei percorsi tanto al secondo che al terzo piano anche in prossimità della Rotonda grazie a terrazze (permeabili e trasparenti) che connettano il Maneggio all’edificio della Cappella a ovest. Per il recupero della struttura originale del Maneggio alfieriano è indicato rimuovere tutti gli impianti accessori non autentici. Dal momento che il grande spazio pubblico dovrebbe essere polifunzionale (teatro, sala concerti, eventi, esposizioni, laboratori, ballo, etc.) non sono utili elementi permanenti ma piuttosto spalti mobili che potranno essere ricoverati in magazzini all’interno di una struttura addossata al perimetro del Maneggio già costituito da intercapedini. La nuova conto-parete oltre al ricovero delle attrezzature sarebbe utile come superficie fonoassorbente tale da evitare strutture aeree che ostruirebbero la visione complessiva del sistema voltato. I nuovi vani, mezzi cilindri addossati ai pilastri perimetrali, consentirebbero in copertura, di ottenere su tutta la sala una balconata utile come spalti permanenti affiancati alle gradi finestre. La scala a sbalzo in testa al Maneggio verso la Rotonda è un altro collegamento verticale da ripristinare. Al piano quinto della manica Mosca confermiamo l’uso attuale di spazio espositivo delle soffitte. Tutto il sistema dei sottotetti consoliderebbe anche in altezza l’unità del complesso e si può ipotizzare un collegamento con la piazza Castello. Dove non è possibile limitarsi alla manutenzione ma per esigenze normative sia necessario introdurre nuovi elementi si sottolinea l’importanza che i nuovi interventi siano evidenti e riconoscibili. La Cavallerizza rimane un centro di arte sperimentale: richiediamo soluzioni d’autore. Responsabilità, forza e creatività che non vuol dire assenza di rigore. Il sistema di abbaini proposto dal PUR sulle coperture impedisce come dimostrato dal foto-inserimento dei tetti, la riconoscibilità anche dall’alto del complesso che invece attualmente evidenzia bene la distanza del complesso monumentale della Cavallerizza Reale dal tessuto minore circostante. Il PURA vuole che rimanga visibile anche dal satellite l’eccellenza. Prediligiamo interventi come il restauro eseguito dall’arch. A. Bruno nel Castello di Rivoli. In arte il nuovo deve essere contemporaneo che applicato all’architettura può integrare e animare il passato. Altro riferimento giunge dall’Anarchitettura di G. Matta Clark e dalla fusione tra arte e architettura. Particolarmente indicati per questo genere di sperimentazione (tagli nei solai, doppie altezze, etc.) gli ultimi due piani sovrastanti la Cappella castellamontiana che non sono originali ma soprelevazione del tardo ‘900 per i quali dunque la carica innovativa potrebbe essere esercitata più intensamente. Si suggerisce nonostante ciò di limitare gli interventi sull’involucro anche se la responsabilità dell’artista è in grado di gestirsi autonomamente (es. il piercing di via Palazzo di Città). Il PURA predilige laddove non indispensabile, di mantenere l’impianto attuale tale e quale evitando di demolire corpi scala per costruirne altri poco distanti. Uno studio puntuale dell’architettura esistente permette con interventi minimi e quindi ridotti costi economici di garantire la percorribilità in tutte le direzioni del complesso la cui identità consiste nella sommatoria di piccoli e grandi interventi che lo hanno modificato nel tempo. Agire finalmente su tutto il complesso per restituirlo al mondo deve voler dire uniformare (curare, cucire, sottrarre, aggiungere con la lente di ingrandimento) e non appiattire, trattando il Patrimonio come un qualsiasi fabbricato da mettere in fretta sul mercato (a costi maggiori tra l’altro). La gestione del Salone delle Guardie è stata affidata nel Verbale d’Intesa alla comunità artistica di riferimento che si è costituita come da accordi con Città e Prefettura nel Comitato di Scopo Cavallerizza 14:45. Il PURA ha proposto di depurare il grande spazio voltato (circa 300 mq al piano terreno della manica perpendicolare a via Verdi di fronte all’Aula Magna) da ogni muro divisorio o struttura non originale in modo da restituire la conformazione autentica dell’ex scuderia. In fase progettuale è stato rilevato che al piano ammezzato su via Verdi esistono due locali che il PUR in progetto non prevede di utilizzare. Essendo quella dell’ammezzato una situazione strutturalmente non coerente con il progetto alfieriano il PURA prevede attraverso un elemento contemporaneo quale un soppalco di intervenire sull’esistente e riqualificarlo. Infatti demolendo le pareti (non portanti) che attualmente separano i locali all’ammezzato dal salone si introdurrebbe l’interessante novità di un punto di vista insolito verso la via Verdi dall’interno. Inoltre l’intervento recente sarebbe finalmente dichiarato, invece oggi è difficilmente comprensibile l’origine e il significato della conformazione strutturale della parte sud del salone (finestre su via Verdi tagliate e pilastri in calcestruzzo in mezzo alla manica, pareti divisorie non strutturali etc.). Il Comitato ha richiesto ripetutamente all’Assessore A. Iaria una documentazione relativa agli interventi tardi dell’ammezzato ma invano. Nostra premura sarà sottoporre all’attenzione della Sovrintendenza come il nuovo soppalco possa valorizzare la grande sala e anche la struttura voltata. Infatti il soppalco non taglia le finestre verso il cortile ma in prossimità delle stesse viene arretrato e inoltre si attesta all’imposta dell’arco che scandisce la volta, evidenziando il principio della sua forza. Previo studio più approfondito (compreso sopralluogo ad oggi non concesso al Comitato) siamo pronti a sostenere che tale elemento risalterebbe la struttura oltre a introdurre un punto di vista dall’alto nuovo verso il piano terra. Inoltre gli spazi all’ammezzato consentono di lasciare completamente libero il piano terreno a vocazione prettamente pubblica e invece permettere alla comunità di riferimento di svolgere attività gestionali in spazi più privati. La scala che collegherebbe il piano terreno all’ammezzato potrebbe essere estesa verso il basso a raggiungere una porzione indipendente ad angolo degli interrati da utilizzare come magazzini. Il bagno pubblico al piano terreno è previsto nel vano a ridosso delle scale prospicienti il passaggio voltato che collega il cortile della X al cortile dell’Orologio. A partire da subito il cortile sarebbe aperto alla cittadinanza con servizi garantiti e ritrovata comunità di riferimento. n.b. Nessun parcheggio interrato è previsto dal PURA all’interno del perimetro di Cavallerizza Reale. Il PURA contempla solo la bellezza.
PURA Cavallerizza Reale